mercoledì 19 settembre 2012

Falene

© Nica_2012

Si vola frenetici, ammaliati,
attorno a quella luce,
che è sogno, traguardo e musa.
Non la si può toccare.
Al mattino si spegne.
È allora che, vestiti con la paura
di scottarsi, si spera.
Qualcuno, prima o poi,
riaccenderà la luna,
e potremo riaprire le ali.

lunedì 10 settembre 2012

No. 3: Ti lascio una canzone...

… che mi ha insegnato ad usare un giradischi, che faceva lavorare la fantasia, che non sarebbe stata l'ultima.
Credo fosse il '91, o giù di lì, quando frugando negli scaffali sotto la televisione trovai qualcosa che catturò il mio sguardo. Un disco. Sulla copertina, sotto la luce di una luna piena, un indiano a cavallo. Semplicità estrema. Fu "amore" a prima vista.
Non sapevo che quel disco di Fabrizio de André, sarebbe stato il disco capace di insegnarmi ad usare un giradischi. Già perché fu proprio quello il primo disco che appoggiai sul piatto girevole dell'impianto che avevamo salotto a casa. Fu proprio quello il disco che mi fece schiacciare il tasto con la "freccetta" per la prima volta, proprio su di lui appoggia per la prima volta la puntina.
Non sapevo che quell' "amore" a prima vista si sarebbe poi trasformato anche in un "amore" al primo ascolto. I testi, beh per quelli, le mie possibilità di capirci qualcosa erano pressoché nulle (a quattro anni, non si può pretendere di capire le canzoni di Fabrizio de André… e forse nemmeno a venticinque). Quello che invece mi aveva affascinato era l'uso dei suoni e dei colori che il buon vecchio Faber era stato capace di riportare in quel disco. Ogni volta che quel 33 giri cominciava la sua corsa sul giradischi, la mia mente iniziava a costruire un mondo lontano fatto di colpi di pistola, grida di indiani, suoni di corni da caccia, atmosfere selvagge.
Non sapevo che quel disco sarebbe stato il primo, ma sapevo benissimo che non sarebbe stato l'ultimo.


Fiume Sand Creek, canzone che parla di un massacro di Pellerossa nel novembre del 1864 per mano del Colonnello John Chivington, è il terzo brano che compare nel disco Fabrizio de André pubblicato nel 1981 dall'omonimo cantautore genovese in collaborazione, nella stesura dei testi, con Massimo Bubola. Incisi su questo album si trovano altri capolavori: Hotel SupramonteSe ti tagliassero a pezzettiCanto del Servo Pastore.