mercoledì 30 maggio 2012

Quello che non ho...

Qualche settimana la Giovi (che ringrazio per l'idea e per la foto), dopo aver visto le puntate di una trasmissione sull'emittente italiana LA7, mi ha proposto di scrivere la descrizione della parola che ritenevo necessaria. Chi ha visitato il suo blog (giovannascaja.blogspot.com), potrà constatare una certa somiglianza nel titolo di questo articolo. La mia parola, però, è un'altra.

© Scàja_2012

Quello che (non) ho è una sintesi di occhi, movimento ed emozioni.  La mia parola è sguardo. Da rivolgere alla realtà che ci circonda, passata o presente che sia. Uno sguardo attento, interessato e talvolta critico, che ci permetta di imparare ad affrontare il nostro futuro con un po' più di serenità.
La mia parola è sguardo: una realizzazione fisica che racconta tutto di tutti, senza dire una parola. Ognuno, a suo modo, ha avuto il pregio di sapermi raccontare qualcosa; semplicemente perché il modo in cui una persona guarda il mondo, spesso, è il riflesso della sua vita, del suo momento.
Amore. Tristezza. Gioia. Rabbia. Paura. Tutto accuratamente riassunto in uno sguardo.
Sono fortunato: ne ho visti tanti e tanti ne vedrò ancora. Sono curioso: voglio sapere cosa mi sapranno raccontare.
Ho imparato ad ascoltare gli sguardi, aiuta a crescere.